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| | |-+  VILLAROSA 1943: la consegna dei prigionieri di guerra italiani
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Autore Discussione: VILLAROSA 1943: la consegna dei prigionieri di guerra italiani  (Letto 4994 volte)
Rommel


Gruppo: Moderatore
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Posizione: A' Chiazza!
Stato: Scollegato Scollegato

Messaggi: 3.125


« inserita:: 22 Dicembre 2007, 20:36:57 »

conquistata la sicilia gli americani dovevano preparare dall'isola le spedizioni per il resto della campagna italiana.
Per evitare che le truppe scampate alla cattura creassero scompiglio o azioni di guerriglia emisero il proclama che invitava i soldati siciliani sbandati e rifugiatisi nelle proprie case a consegnarsi alle autorità americane entro 24 ore.
Succedeva cosi, una volta che la linea del fronte avanzava e le posizioni nelle retrovie erano solide e sicure, entravano in azione i Gi's americani che dovevano rastrellare i soldati italiani sfuggiti alla cattura.
La cosa avvenne anche a VIllarosa tra il 30 luglio ed il 15 agosto.
una testimonianza affidabile mi parla proprio del 10 agosto, ma chiedo conferma.

Gli americani arrivati in paese affiggono un cartello e tramite il banditore girano il paese dando l'ordine ai soldati italiani di Villarosa rifugiati nelle proprie case di consegnarsi entro 24 ore. Dopo l'ultimatum ogni individuo uomo in borghese risultato soldato italiano sarebbe stato arrestato e giudicato secondo il codice di guerra rischiando di essere giustiziato. fortunatamente non avvenne mai.
Gli YANKEE, non risparmiarono l'uso della forza.
Qualcuno venne trivati in casa altri in campagna  le spie proliferavano, con la fame che c'era ....e i villarosani preferirono consegnarsi direttamente ed  ebbe inizio la lunga processione verso il punto di raccolta.
I villarosani che in quei giorni di luglio erano in forza alle nostre forze armate dislocate in Sicilia erano soldati dell'aeronautica, della divisione livorno, aosta, assietta, e dopo aver combattuto sino a caltanissetta o nei propri aeroporti molti fuggirono verso casa.
Villarosa venne raggiunta poco dopo la fuga dei tedeschi e l'arrivo degli americani (17-18 lug) prima che bivio ramata e misericordia cadessero in mano alleata. gli altri villarosani dovettero desistere alcuni seguirono il fronte ma rientrarono a casa solo a fine guerra.

in paese rientrarono in tanti,  molti con il pensiero della famiglia, altri non più giovanissimi. pensavano che fosse finita e dopo la caduta del governo mussolini pensavano ad una fine della guerra ormai prossima. ma non fu cosi.
per gli americani erano un pericolo, erano il nemico.
cosi molte centinaia di villarosani e villapriolesi nelle proprie case in paese o in campagna saputo del proclama/ultimatum e dei rastrellamenti si consegnarono. sarebbero stati prigionieri di guerra? questo non era chiaro ma oggi possiamo dire di si. I modi e alcune azioni furono discutibili ma nessuno si fece male: eravamo in guerra. Arresti veri e proprio furono compiuti solo per i gerarchi fascisti.

a fine giornata, sulla ss121,
si formò una lunga fila di uomini vestiti in abiti civili le divise erano state abbandonate, faceva caldo e su villarosa affluivano camion da enna e da nicosia per raccordare e supportare le truppe al fronte.
all'altezza del cartello"villarosa" in direzione di caltanissetta, un buldozzer spianò un terrapieno nella collina. oggi li sorge un palazzo con un negozio di edilizia. scavò un fosso profondo 1.5mt e grande quanto mezzo campo di calcio; venne piazzato il reticolato con 4 o 5 soldati di guardia,

tutti i villarosani identificati come soldati venivano trasportati in quella direzione, messi in quella immensa fossa in attesa di decisione.
 ben presto diventarono centinaia.
un giorno non bastò per raccoglierli tutti.
Le famiglie saputo del dislocamento dei pirgionieri facevano la spola per vedere i propri cari.
chi  riusciva, chiamava, piangeva, urlava, le scene le più drammatiche,potete immaginarle.

madri,mogli e figli piangevano nel vedere il proprio caro chiuso da un reticolo in un fosso come fosse un animale, molti si sentirono male.
gli americani diedero qualche razione di acqua e niente più. Non sapevano se tra loro c'erano fascisti e nel dubbio non risparmiarono loro un po di fame e sete. Accertata l'identità il trattamento cambiò radicalmente.
Certo il luogo senza ombra in una spianata ad agosto per due giorni?
ovviamente, i bisogni fisiologici si facevano li, alla faccia dell'igiene e della privacy.
Non stupitevi, era normale, nella fase di cattura si faceva cosi, abbiamo altre testimonianza sia in africa e francia.

I villarosani erano prigionieri la lista fu completata, arrivarono i camion e gli uomini
divisi in contingenti furono imbarcati, per gli USA, l'inghilterra, l'india, la palestina per loro la guerra sarebbe finita nel 1945 quando dopo la liberazione le porte dei campi POW (prisioniers of war) si sarebbero aperte.

Coloro che si dichiarorono anti fascisti lavorarono e ottennero degli stipendi e una liquidazione in inghilterra e usa, ma molti ancora l'aspettano.
I fascisti e i soldati che dopo l'8 settembre non accettarono la lettera di dichiarazione di antifascismo proseguirono il trattamento secondo la convenzione di ginevra.
Alcuni di loro, prigionieri in Italia, furono dichiarati alleati e tornarono al fronte.


Dopo le bombe, come vedete villarosa subì la "sua deportazione",certo non come quella che i film ci hanno fatto conoscere ma non fu un bella scena.

 
il resto della storia alla prossima

« Ultima modifica: 15 Agosto 2008, 12:47:53 da Rommel » Registrato

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