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| | |-+  1824 - un discorso all'accademia Gioenia, Università di Catania
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Autore Discussione: 1824 - un discorso all'accademia Gioenia, Università di Catania  (Letto 6074 volte)
Rommel


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« inserita:: 26 Aprile 2008, 13:01:04 »

In questi  giorni rleggendo alcuni appunti raccolti durante la lettura di alcuni testi a cavallo tra il 700 e l'800, ho fatto un interessante scoperta su Villarosa..
cosa forse già nota a molti,
ma non a tutti spero

Per cui sfogliando una rivista di "scienze dell'800
mi sono soffermato sulla trascrizione di un discorso avvenuto presso l'accademia gioenia, dell'unversità di catania, nel lontano 11 novembre 1824,
si tratta di una relazione di tipo scientifico fatta da uno studioso, dal canonico Giuseppe Alessi, membro della suddetta accademia; la discussione fu fatta davanti alle "Eccellenze del Governo" e trascritta e raccolta in una pubblicazione.
la dissertazione aveva come oggetto le caratteristiche mineralogiche del territorio di Enna,
in diversi passaggi si parla di Villarosa, direttamente ed indirettamente;

riporto qui di seguito gli stralci significativi, non tanto legati al tecnicismo della materia o al ruolo della scoperta, ma al contrario per testimoniare come da centro agircolo e rurale, Villarosa, si stava trasformando, a inizio '800 in polo minerario. L'interesse era, attraverso queste ricerche, di trovare conferma della sussistenza di giacimenti zolfiferi e della loro sfruttabilità.

La relazione conferma, dopo una ricognizione sul territorio, la presenza di diversi minerali.. .certamente di zolfo in diverse forme, lo scienziato non si preoccupa dello sfruttamento ma annota tutto, il territorio di Enna, è esaminato nella sua interezza

La relazione non cambierà la storia, ma la accompagnerà confermando l'attenzione al territorio di Enna per le sue ricchezze nel sottosuolo.
Per capire valenza e importanza dell'intervento serve
un breve e rapido accenno alla situazione dello zolfo è necessario per contestualizzare la cosa...

Quando il Canonico Alessi, compì il suo studio attraverso la visita ai luoghi di cui parla

era in fase di sviluppo l'industria dello zolfo, che di li a poco sarebbe cresciuta in maniera importante. una crescita che subirà una crisi nel giro di 15 anni: una crisi di sovrapproduzione.

Tra il 1824 ed il 1837, aumentò il numero di giacimenti sfruttati e l'eccesso di zolfo estratto portò ad un crollo del prezzo, ad un eccesso di scorte, ad una crisi occupazionale.

E' chiaro che la crisi fu anche l'effetto indiretto di guerre e accordi commerciali delle "grandi potenze della restaurazione",
... fu cosi che per uscire dalla crisi e svuotare i magazzini, ma sopratutto riprendere la produzione:
nel 1838, il Re addivenì alla soluzione monopolistica: tutta la produzione/estrazione, assegnata a prezzo fisso ad unico interlocutore che comprava tutto il minerale.

L'esclusiva fu data alla TAIX AYCARD società francese, e poi... ....ma questa è un'altra storia...... che approfondiremo un'altra volta

vi lascio al documento e alla sua trascrizione


l'apporto è prezioso e comprova la ricerca in un campo, come quello mineralogico, molto sentità dalle università e dalla corona borbonica, è
 ma ci riporta anche frammenti di storie precedenti;

 lo scienzato, si avvaleva della sua conoscenza, ma anche di quello che il territorio trasmetteva durante la ricognizione
.
Ritroveremo, proprio nei passaggi su Villarosa, degli accenni, a lavorazioni di epoche più remote.

guardare un documento non è solo capire cosa si trovava nel 1824, ma anche cosa si scopriva del passato, un passato che forse non aveva lasciato tracce scritte e precise, ma la cui memoria era fresca e tramandata, nel racconto dei contadini e degli abitanti di quelle terre.

Ecco quanto afferma il Canonico Alessi

Da Capodarso , che è al Ponente , sino al Levante
dell' Enna , stendesi una catena di rocce dì
calce carbonaia , mista talora a solfato , e questa e
quella sono pure aparse per tutto il territorio i»
massi , e montichili di varia densità e colore: e fra
le calci solfato vi è l'alabastro neviforane, il gesso
alabastrino bianco diafano e nerastro, il fibroso, lo
s-pccolare . il lenticolare, a cresta di gallo, U compatto ,
e di varie cristallizzazioni distinte o confuse,
e specialmente alla roccia del Gesso al levante
dtll' Enna, che poggiano sopra argilla scistosa a|t
quanto bituminosa.. Un misto di calce solfata
e magnesia , la pietra epatica

Fra la calce solfata , e più rare volte fra la
carbonata giacciono molli gessiti di zolfo, ed alcune
cave ne sono aperte a Capodarso , a Villarosa , a
Furbalata in varii luoghi della solfara, ed a Gallizzi
zi. Oltre la stronziana solfata , e le varie cristallizzazioni
di calce e di zolfo da altri descritte
vi trovi lo zolfo compatto veniforrne nella cava di
S. Caterina , il legno mineralizzato in quella
Gallizzi,l' allumina solfata con acido sulforico
un misto d' idrogeno d' ossigeno e solfato al Caliato , l' allumina solfala in piuma ed in Polvere
 a Capodarso.
..... dove fortunatamente alcun ritrovò la barile solfata , eh' io vi ho cercato invano . .
E singolare alla solfara un monte combusto convctito in termontìdi o compatte o sconforti •
come le lave vulcaniche. Si è tramandato d' avere
per molti anni brucialo; ma se ne ignora
epoca
enche non sembri mollo rimota; ed ignorasi inollrci
se la combustione eccitata siasi al pari di un vulcano ,
o se fosse accaso avvenuta. Ascondendosi in
quel monte e scisti bituminosi , e piriti di ferro,
e torbie , e zolfo , ed altro materie combustibili ,
ogni accensione ivi è facile.
Ed intorno a piriti di ferro e ferro solforato ,
trovansi per lullo quel suolo dispersi in forma cubica , globosa , reniforme , dentro le concinoli I
li varie ligure ;
ma singolarmente trovansi nella
roccia denominata della Marcassita , tutta formata
d'argilla selciosa compatta. (...)
La medesima fusa col
rame è commerciabile. Io ho trovata mista alle
ghiande di piombo de' frombolieri, appartenenti
all'epoca di Pisone, e della guerra servile, là nell' En-
na medesima.(...)


poi riferendosi ad una misteriosa e antica cava di di ferro denominata SCAUDAFERRO....dice

ho trovato nel podere di Villarosa massi di granito e grossi piccoli elementi di quarzo felstain


ma chissà cosa si può scoprire ancora..... forse in una prossima puntata

« Ultima modifica: 27 Aprile 2008, 20:13:54 da Rommel » Registrato

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Silas


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« Risposta #1 inserita:: 26 Aprile 2008, 17:52:37 »

Sinceramente.. dopo 2 riighe mi sono rotto....Complimenti.. Troppo lungoo Sediata

se vi rompete a leggere potete fare dalla funzione di explorer trova: e scrivete villarosa oppura marcasita o capodarso cosi se non avete tempo andate al dunque
ma ovvisamente non è lo stesso
« Ultima modifica: 26 Aprile 2008, 20:21:11 da Rommel » Registrato

..Ma ndo vai se la banana non c'è l'hai..vieni con me te la farò veder..bella hawaiana attaccate a sta banana...

Alberto Sordi
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« Risposta #2 inserita:: 26 Aprile 2008, 18:04:39 »

Io invece lo definirei interessante...  Buono!

Bravo Rommel!!!  Applauso  Sicilia!
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shark


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« Risposta #3 inserita:: 27 Aprile 2008, 13:09:30 »

Bene Rommel.  Grazie per aver riportato la testimonianza del canonico Alessi, grande uomo di fede e di scienza.
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Rommel


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« Risposta #4 inserita:: 27 Aprile 2008, 20:06:06 »

si tratta di un breve frammento...certamente la lettura non è semplice

però nulla vieta che mettendo assieme tutti gli altri pezzi trovati in altri documenti non vi possa dare un bel racconto, una bella cronaca.
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Comune di Villarosa (Provincia di Enna - EN) -C.A.P. 94010- dista 101 Km. da Agrigento, 29 Km. da Caltanissetta, 117 Km. da Catania, 20 Km. da Enna, alla cui provincia appartiene, 213 Km. da Messina, 141 Km. da Palermo, 165 Km. da Ragusa, 192 Km. da Siracusa, 240 Km. da Trapani. Il comune conta 6.162 abitanti e ha una superficie di 5.501 ettari. Sorge in una zona collinare, posta a 523 metri sopra il livello del mare. L 'attuale borgo nacque nel 1762 ad opera del nobile Placido Notarbartolo. Fu sempre centro economico molto attivo, in particolare nel XIX secolo quando vennero rese funzionanti numerose miniere zolfifere presenti su tutto il territorio. Nel settore dei monumenti è importante ricordare la Chiesa Madre del 1763 dedicata a S. Giacomo Maggiore. Rilevanti sono pure Il Palazzo S. Anna, il Palazzo Ducale e l'ex Convento dei Cappuccini entrambi del XVIII secolo.