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Autore Discussione: STORIA DELL'EMIGRAZIONE da VILLAROSA in BELGIO  (Letto 34908 volte)
niki


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« Risposta #15 inserita:: 13 Ottobre 2007, 19:23:32 »

Veramente commovente la vostra storia, con grande sacrificio siete arrivati fino a oggi..bravi e sempre in gamba Grande!
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toliveri


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« Risposta #16 inserita:: 13 Ottobre 2007, 19:29:50 »

grazie niki
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Rommel


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« Risposta #17 inserita:: 14 Ottobre 2007, 14:57:10 »

molti andarono via in quegli anni sia minatori che agricoltori
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« Risposta #18 inserita:: 14 Ottobre 2007, 14:58:42 »

Veramente una storia commuovente toliveri!
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shark


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« Risposta #19 inserita:: 14 Ottobre 2007, 15:17:18 »

Bravo toliveri, non ci ghia annoiato affatto! E'  un storia piena di dignità e onestà!
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emilium

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Salvina Oliveri


« Risposta #20 inserita:: 14 Ottobre 2007, 19:42:55 »

grazie  sono fiera di te, tua sorella .
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toliveri


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« Risposta #21 inserita:: 14 Ottobre 2007, 19:47:35 »

grazie di quore a tutti
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« Risposta #22 inserita:: 26 Novembre 2007, 19:11:14 »

Bravo toliveri!!!  Braaavo!
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toliveri


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« Risposta #23 inserita:: 29 Novembre 2007, 17:43:56 »

grazie palermo calcio ..
« Ultima modifica: 29 Novembre 2007, 17:46:33 da toliveri » Registrato

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DonTuri


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« Risposta #24 inserita:: 30 Novembre 2007, 21:21:56 »

sei  Grande!  Grande!  Grande!  Braaavo! toni.un giorno spero che ci incontreremo
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lucialoverde


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« Risposta #25 inserita:: 01 Dicembre 2007, 00:44:28 »

Grande! Toliveri
Mio padre mi aveva anche parlato del suo arrivo e della sua infanzia quì. Nel 48, arrivò mia nonna con i 3 primi figli a raggiungere mio nonno che era quì dal 47. Vivevano nelle barracche dei prigioneri di guerra. A scuola, i bimbi chiamavano gli italiani 'maccaroni', e questo ha creato molte sciarre  eheh
All'età di 14 anni mio padre andò a lavorare nelle miniere, ma per poco tempo, e in superficie.
Nel 67, mia madre arrivò da Catania, e quando da sposina ha guardato per affitare una casa, c'era scritto 'no ai cani e agli italiani'. Poi anche lei ha lavorato in un supermercato, e mi ha detto che una volta a dovuto prendere a botte a una col manico da scopa per farla stare calma, perche quella li la provocava con insulte razziste.
A quei tempi l'integrazione non era facile, non era visto bene di essere italiani insomma.

Quello che mi ha colpita è stato 3 anni fà, quando sono stata impiegata all'ufficio degli ex-minatori. Nelle cantine dell'ufficio ho trovato le schede di lavoro di mio bisnonno, dei zii di mio padre (sfortunatamente deceduti all'età di 38 e 42 anni con la silicosi), e quella di mio padre. Ho fotocopiato queste schedine e le ho portate a casa con molta gioia, avevo trovato una traccia della storia della mia famiglia.
Ricordo anche un vecchietto che mi aveva chiamata in ufficio per avere dei documenti e quando mi ha detto la sua data di nascita ho risposto 'lei è nato lo stesso anno di mio nonno', lui mi risposi che tanti suoi amici minatori non c'erano più per causa delle malattie dei polmoni e si mise a piangere, e ci sono andata dappresso. Era molto commovente.
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« Risposta #26 inserita:: 01 Dicembre 2007, 03:30:57 »

Purtroppo durante quel periodo storico, gli Italiani emigrati in Belgio venivano trattati un pò come vengono trattati ai giorni nostri i Rumeni in Italia... 

Ci vorranno degli anni per integrarli al meglio nel nostro Paese (ovviamente soltanto coloro che rispetteranno le nostre leggi ed i nostri valori...). 
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SOLE

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« Risposta #27 inserita:: 01 Dicembre 2007, 10:56:03 »

:afro:Buongiorno ragazzi, noto che con grande interesse seguite le vicende dei nostri conpaesani che per poter sfamare la famiglia e fuggire dalle miserie che gravavano sulla nostra Villarosa in quegl'anni, hanno dovuto letteralmente "fuggire", questo ci fa onore e vi assicuro che il nostro interesse a questi fatti è molto gradito dai nostri concittadini che si trovano all'estero ed in particolar modo tra quelli che si trovano in Belgio che sono poi i più numerosi.
Io ho avuto la possibilità di visitare la miniera di Marcinelle che si chiama "Bois du Cazier" e vi assicuro che nonostante, per pura casualità, quell'8 agosto 1956 non vi furono nostri concittadini tra le vittime, viene la pelle d'oca a girare tra quelle strutture, oggi museo, dove in ogni angolo in ogni anfratto si sente la presenza di quei sventurati che perirono quel giorno.
Ho molte foto del sito e mi riprometto di consegnarle a Niki in modo che possa, lui che lo sa fare, allestire una galleria tematica che possa raccogliere anche altre testimonianze delle vicende che interessarono i Villarosani nelle loro migrazioni passate ed, ahimè, presente.
In quella occasione ho anche acquistato una lanterna che veniva usata in quella miniera e che probabilmente servì a qualche soccorritore, non vi racconto le vicissitudini per poterla far passare all'imbarco dell'aeroporto di Brussell, la lanterna, comunque l'ho donata al "Museo della Memoria" di villa Lucrezia ed è li visibile. Muto 
« Ultima modifica: 01 Dicembre 2007, 10:59:59 da SOLE » Registrato
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« Risposta #28 inserita:: 01 Dicembre 2007, 11:07:25 »

:afro:Buongiorno ragazzi, noto che con grande interesse seguite le vicende dei nostri conpaesani che per poter sfamare la famiglia e fuggire dalle miserie che gravavano sulla nostra Villarosa in quegl'anni, hanno dovuto letteralmente "fuggire", questo ci fa onore e vi assicuro che il nostro interesse a questi fatti è molto gradito dai nostri concittadini che si trovano all'estero ed in particolar modo tra quelli che si trovano in Belgio che sono poi i più numerosi.
Io ho avuto la possibilità di visitare la miniera di Marcinelle che si chiama "Bois du Cazier" e vi assicuro che nonostante, per pura casualità, quell'8 agosto 1956 non vi furono nostri concittadini tra le vittime, viene la pelle d'oca a girare tra quelle strutture, oggi museo, dove in ogni angolo in ogni anfratto si sente la presenza di quei sventurati che perirono quel giorno.
Ho molte foto del sito e mi riprometto di consegnarle a Niki in modo che possa, lui che lo sa fare, allestire una galleria tematica che possa raccogliere anche altre testimonianze delle vicende che interessarono i Villarosani nelle loro migrazioni passate ed, ahimè, presente.
In quella occasione ho anche acquistato una lanterna che veniva usata in quella miniera e che probabilmente servì a qualche soccorritore, non vi racconto le vicissitudini per poterla far passare all'imbarco dell'aeroporto di Brussell, la lanterna, comunque l'ho donata al "Museo della Memoria" di villa Lucrezia ed è li visibile. Muto 

Abbito in belgio ma non ho ma visitato quella miniera ma lo faro´
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« Risposta #29 inserita:: 01 Dicembre 2007, 11:18:33 »

Purtroppo durante quel periodo storico, gli Italiani emigrati in Belgio venivano trattati un pò come vengono trattati ai giorni nostri i Rumeni in Italia... 

Ci vorranno degli anni per integrarli al meglio nel nostro Paese (ovviamente soltanto coloro che rispetteranno le nostre leggi ed i nostri valori...). 
In tutti i caffé della zona dove lavoravano i minatori c'era scritto gli ITALIANI E I CANI NON POSSONO ENTRARE io penso che i rumeni e altri extracomunitari sono meglio trattati dei nostri compatrioti,poi gli ITALIANI che sono venuti a lavorare nelle miniere di carbone avevano un contratto di lavoro di cinque anni solo dopo potevano cambiare di lavoro o ritornare in ITALIA, adesso in ITALIA arrivano e voglio tutto senza lavorare e con prepotenza questo non mi va.
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